Buenos Aires: Ore 18:31
Da quando Cyn mi ha lasciato fisicamente ho molto tempo per pensare...Pensare a volte aiuta a crescere ed altre volte ci inabissa nei meandri delle nostre menti. Da quel 28 aprile 2016 dentro di me si alternano molteplici sentimenti che spesso si contrappongono gi uni con gli altri. C'è la necessità e il desiderio di trovare pace e al contempo a volte c'è una rabbia subdola che prende piede e distrugge tutto. La rabbia non si manifesta (nel mio caso) in forma violenta però è capace di distruggere tutti i pensieri e i sentimenti positivi che avevo cercato di creare....Tanto tempo per creare postività e pochi istanti di rabbia per mandare all'aria tutto quanto! Quel terribile vizio di giudicare dettato dalla insicurezza. Il punto è...si può vivere senza giudicare e pertanto senza distruggere e distruggersi? Da dove viene il giudizio?... Una persona X fa qualche cosa ed io giudico il suo operato...mi pongo (auto nominandomi giudice) su un gradino superiore e la valuto...Ma perchè lo faccio? Chi sono io per potere giudicare un altro essere? Chi sono io per potere dire cosa sia giusto e cosa sia sbagliato? ...Eppure lo faccio quotidianamente...compulsivamente...!! Nel momento in cui decido di esporre un pensiero, lo faccio con la idea che ciò che sto esponendo risponda o si avvicini ad una certa verità. Lo rendo pertanto mio. Mi auto investo come "esperto". Qualora qualcuno cercasse di smontare il mio pensiero, lotterei perchè non succeda. Se poi il mio pensiero è frutto di una educazione radicata e profonda (con implicazioni e basi familiari sociali e religiose)...sarà estremamente difficile (probabilmnte impossibile) lasciarlo smontare da qualcun altro!...Tanto maggiore sarà la mia chiusura mentale tanto più difficile sarà accettare la critica (che comunque sarà sempre fatta da un qualcuno che non ha in mano la verità assoluta e quindi...sarà anch'essa opinabile) Potrei incontrare qualcuno saggio al punto tale che nel momento in cui io gli dica qualcosa che vada contro il suo pensiero (se affermassi ad esempio che la terra è triangolare) mi guardi con un sorriso e accetti perfettamente il mio punto di vista senza nemmeno giudicarmi? Gia...perchè una cosa è accettare il pensiero altrui, un'altra cosa è non giudicare. Una persona tranquilla e sicura delle proprie conoscenze matematiche, di fronte alla mia asserzione che 2x2 fa 9 potrebbe sorridere ma...dubito che mi darebbe un minimo i credito e ancor meno...dubito che mi farebbe costruire un ponte....ecco che in questo caso, sebbene non ci sia stata una contrapposizione violenta, il giudizio è scattato:" Giorgio non costruirà mai un ponte perchè le sue conoscenze matematiche sono sbagliate e quindi è un ignorante (Giudizio).... Nel momento in cui scatta il giudizio il disastro è compiuto...può esserci una reazione pacifica ma è solo questione di tempo perchè in un'altra situazione ci sia una reazione violenta che crei disagio... (violenta non significa necessariamente violenza fisica) Il punto dunque è che mi risulta difficile pensare che con il modo di pensare col quale la società ci ha insegnato a convivere possa prescindere dal giudizio....Ci sono le leggi (chi non le ripetta commette un reato....ed ecco il giudizio), ci sono le regole, gli stereotipi, gli usi, i costumi....nulla di tutto ciò può prescindere dal giudizio...Nel momento in cui qualcuno mi dice come comportarmi si pone su un gradino superiore e nelle vesti di "maestro" e pertanto di giudice....però il giudizio è ciò che crea dissonanza tra gli esseri viventi... Allora come potrebbe comportarsi un soggetto che non giudica assolutamente e pertanto vive realmente in pace con se stesso? 1) Dovrebbe non esistere la figura del maestro perchè non esiste una realtà universale (mi rendo conto che vado verso un paradosso visto che con questa mia asserzione sto affermando una realtà Universale...vale a dire quella che non c'è una realtà Universale!!....credo che questo dipenda da come strutturalmente sono fatte le nostre menti e da come il nostro sistema "logico" funzioni) . 2) Ognuno dovrebbe essere lasciato libero di fare ciò che vuole . (e se volesse ciò che vogliamo noi e di quel qualcosa non ce ne fosse abbastanza per due?...chi potrebbe giudicare a chi spetta?... Dire che alcune forme di giudizio sono valide e altre no...mi sembra poco credibile visto che dovrebbe esserci qualcuno "sopra le parti" che decida cosa pssa essere soggetto al giudizio e cosa no....... Allora che fare? Provare a ridurre i nostri giudizi?...Si ma quali? E' lecito giudicare il fisico di qualcuno? E' lecito giudicare l'intelligenza? la cattiveria? la fortuna?....Ha senso ridurre il giudizio scegliendo arbitrariamente cosa giudicare e cosa non giudicare? Non credo che l'eliminazione del giudizio sia fattibile nel sistema in cui viviamo e con il nostro sistema logico....Il Cervello è il nostro limitatore che non siamo in grado di suprare... Penso che un modo per cercare di ridurre le forme di giudizio e dunque le forme di rabbia e di sofferenza interiore sia riducendo il più possibile il nostro Ego. Non credo sia possibile farlo a lvello sociale ma è possibile provarci a livello individuale. Riduco il mio ego, accetto il fatto che non so nulla sulla vita e sull'Universo che mi corconda e pertanto, in virtù della mia totale e profonda ignoranza non sono in grado di poter giudicare nessuno...se qualcuno mi dirà che la Terra è Triangolare...dovrò accettare il suo pensiero in quanto io non sono mai salito su di una astronave e non ho mai visto la Terra se non attraverso fotografie riportate da giornalisti che, anch'essi non sono mai stati su di un'astronave... Una volta qualcuno disse. "E vero solamente ciò che possiamo sperimentare in prima persona....tutto il resto....sono storie"....ma, in qualche modo...anche questa frase implica una forma di giudizio.... |
AuthorGiorgio Lo Cicero Archives
September 2019
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