Poprad::Ore 12:48
Amiamo crogiolarci dietro l'idea che, in fondo, l'essere umano è fondamentalmente buono e sono gli "eventi", le "cattive" compagnie, il contesto sociale "deteriorato" in cui si vive che trasformano un essere fondamentalmente buono in uno cattivo. Premetto che il concetto di bontà e cattiveria è assolutamente soggettivo in quanto dipendente da un aggrovigliato complesso di elementi della realtà in cui ci veniamo a trovare (I sacrifici umani prima erano parte integrante di un sistema socio culturale e ora sono banditi ma oggi, se si uccide in guerra si è eroi mentre se si uccide per conto proprio si è dei criminali, l'aborto è legale in alcuni paesi ed è un crimine in altri...etc etc...e così via ci sono migliaia di esempi che si potrebbero fare) Un'immagine che mi viene in mente è quella del neonato. Gia, appena nato, dopo qualche giorno, se gli mostrate un oggetto la prima cosa che fa è cercarlo di afferrare e poi, quasi certamente, all'atto di toglierlo lo stringerà forte per comunicarvi l'intenzione che non intende mollarlo. Questa è parte della natura umana "basica" che, assieme a quella della della sopravvivenza rendono l'essere umano, per l'appunto....umano. Quella che noi definiamo come "cattiveria" ma anche come "bontà" ha le radici su questi istinti primordiali senza i quali....non saremmo esseri umani. Facciamo un esempio che possa essere valido in chiave sia di "bontà" che di "cattiveria" Un ladro entra in casa per prendere ciò che è "mio" e io gli sparo e lo uccido. Un atto che viene suggerito dal mio istinto basico di mantenere ciò che è mio e dalla paura eventuale di perdere la vita e quindi...per salvarla, ne sacrifico un'altra. Dunque l'istinto di sopravvivenza mi porta a sacrificare una ita per salvarne un'altra. Una persona sta annegando...mi tuffo in acqua e per salvarla muoio. Anche in questo caso, questo atto di "bontà" è semplicemente suggerito dal mio istinto di sopravvivenza della specie...cerco di salvare una vita, rischiando la mia, per "salvare la specie"... Sebbene io sarei considerato un eroe, non ho fatto altro che seguire il mio istinto basico, quello per cui siamo programmati. Non ho un merito particolare. L'istinto basico ci porta ad aggredire gli ambienti in cui viviamo per renderli più consoni alle nostre esigenze. Poco importa se distruggiamo milioni di altri piccoli o grandi ecosistemi, la cosa importante è salvaguardare la nostra specie. Per specie intendo più genericamente quella umana, relativamente alle azioni macrosociali (ad esempio cercare un altro pianeta su cui andare a vivere dopo avere distrutto il nostro) o più semplicemente circoscrivo il discorso ad un gruppo (familiare ad esempio) relativamente alle azioni microsociali. (ad esempio cercare una casa migliore con cui trasferirmi con la famiglia) Entrambe le azioni, comunque, hanno delle finalità analoghe sebbene orientate a differenti ambienti. L'istinto basico è strettamente legato all'Ego. Io ho coscienza di me stesso in quanto individuo differente dagli altri e, pertanto, difenderò la mia unicità in primo luogo e poi, in ordine gerarchico quella degli elementi a me più prossimi (ambito microsociale) fino a quello degli elementi più lontani ed appartenenti alla mia stessa specie (ambito macrosociale) E' chiaro che, con questi presupposti, le guerre, gli atti criminali (per come sono intesi nel nostro sistema sociale), le violenze, le oppressioni....non potranno mai terminare per il semplice fatto che fanno tutte capo ai nostri istinti basici ossia proteggere noi stessi e ciò che abbiamo. D'altronde, se facciamo un'analisi realmente approfondita e leale dei nostri comportamenti...troveremo milioni di incongruenze e contraddizioni. Gia il semplice fatto di "rattristarci" di fronte all'immagine di un bambino denutrito e poi, 30 minuti dopo uscire con gli amici ed andare a mangiare al ristorante denota una incongruenza tra 2 comportamenti a distanza di 30 minuti. E' un esempio ma ne potrei fare milioni. Siamo tristi per i poveri del terzo mondo ma non abbiamo problemi a comprare merci fatte da multinazionali che sfruttano la manodopera schiava a basso costo...non abbiamo problemi per il semplice istinto basico di poter possedere ciò che desideriamo. Volere qualcosa è un istinto basico al quale, i tempi, aggiungono sfumature secondarie e influenzano l'oggetto del desiderio. La moda ad esempio è una sfumatura secondaria. ma il volere un vestito per coprirsi dal freddo è un desiderio basico. Ben venga la raccomandazione per mio figlio se posso fargli avere un posto di dirigente...Anche in questo caso entra in gioco l'istinto basico della sopravvivenza della specie (microsociale) Gli standard di "bontà" e "cattiveria" sono stati semplicemente creati per mantenere in piedi un sistema. La consapevolezza di come è la "natura Umana" ha reso necessaria l'istituzione di milioni di regole il cui compito è garantire la sopravvivenza del Sistema stesso. Volendo lavorare di fantasia, verrebbe allora spontanea la domanda: "potremmo, con un'alterazione del DNA, per esempio, cambiare la Natura Umana?" La risposta è NO in quanto non potremmo sopravvivere all'ambiente che ci circonda. Un essere umano al quale venisse sottratta la propia "natura", non avrebbe interesse a procreare, non avrebbe paura della morte, non avrebbe interesse di appropriarsi delle cose altrui....questo lo renderebbe più simile ad un Dio ma...un Dio senza futuro...che sarebbe destinato ad estinguersi. ...e allora tutti gli "sforzi" per avere un mondo migliore sono vani?... Direi di SI... per il semplice fatto che il concetto di "migliore" applicato agli esseri umani ha un significato che non può prescindere dalla sua stessa natura. Ho appena creato un nuovo "Blog" nel quale espongo le mie foto e le mie ricerche sul comportamento umano PerceivingU.com |
AuthorGiorgio Lo Cicero Archives
September 2019
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