Buenos Aires: Ore 15:48
Al di là dell'ovvietà del concetto mi soffermerei su questa affermazione. Se io soffro perchè esisto allora la sofferenza è legata all'esistenza. Se non si esiste non si soffre. Potrei "rimescolare le carte" ed esistere senza soffrire? Cosa è che genera la sofferenza? Oggi direi il cervello, si tratti di sofferenza fisica quanto emotiva. Uso il condizionale perchè in presenza di una situazione in cui non sia possibile comunicare (in caso di lesioni cerebrali grandi ed irreversibili, ad esempio) con un altro essere vivente...non potremo mai sapere se questi soffre o meno...non avremmo modo di avere alcun tipo di input pertanto non saremmo in grado di sapere se soffre. Torniamo a me allora. Sono nelle condizioni di comunicare, non ho lesioni cerebrali e soffro emotivamente. Da cosa dipende la mia sofferenza emotiva? ...Quali potrebbero essere le cause "oggettive"? 1) Dal crollo di talune aspettative 2) Dalla scomparsa di chi, in qualche modo, con le sue tenerezze, con i suoi modi, alimentava il mio Ego. Il mio Ego era comunque soddisfatto anche dal piacere di darle gioia e farla felice...3) Dalla mancanza di un interlocutore fisso con cui condividere le esperienze quotidiane A cosa mi porta tutto ciò? 1) A un black out mentale e incapacità di riorganizzarmi 2) A sentirmi sfortunato 3) A subire il fascino pericoloso della chiusura in me stesso 4) Alla mancanza di interesse e conseguente apertura verso gli altri. Chiaramente, se spegnessi il cervello, in base alle conoscenze attuali, tutti i miei problemi sparirebbero...Cosa è che non me lo fa spegnere? L'istinto di conservazione...quello col quale il nostro DNA è programmato. Cosa fare dunque per, almeno, ridurre la sofferenza? Lavorare sulle sue cause e quindi. Accettare che la vita ha il suo corso e che le aspettative sono solo frutto della nostra fantasia. Accettare che c'è solo il presente e che sia il passato che il futuro sono solo, rispettivamente, rielaborazioni ed elaborazioni neurali. Mettere da parte il mio ego e comprendere che la sua soddisfazione non coincide con la soddisfazione del mio "Se" interiore...anzi...si contrappone ad essa. Accettare che, vivendo in un mondo con 6 miliardi di persone, o la possibilità di avere innumerevoli interlocutori con cui condividere esperienze, parlare e comunicare in senso lato. Se ad oggi questo non avviene dipende solo dalla mia mente e dalla sua negazione ad intraprendere il cammino che mi liberi. Tutto ciò non significa negare o porre in discussione l'amore che ho provato per Cyn...mette piuttosto in evidenza il fatto che soffrire non è una cosa positiva. La sofferenza ci fa intraprendere cammini di sofferenza. Credo che la maniera migliore per rendere omaggio al grande amore che ho avuto per Cyn sia proprio quello di tornare alla serenità. Un serenità che potrà finalmente farmi intraprendere il cammino migliore e che mi possa far vivere la mia nuova relazione con Cyn in pace ed armonia, con me stesso e con l'universo che mi circonda. Cynthia Del Rio Fortuna, Ti ho amato dal primo momento che ti ho visto, ti amo e ti amerò per sempre. Che la morte possa un giorno concedermi il dono di reincontrarti! |
AuthorGiorgio Lo Cicero Archives
September 2019
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