Buenos Aires: Ore 11:00
Non so quante volte al giorno io giudichi...però...tante. Credo che il giudizio sia fondamentalmente collegato al nostro ego ed è una forma di rivalsa verso noi stessi. All'interno di ognuno di noi c'è un "Governo"...Il nostro io che ci governa e che ci giudica...il giuizio che noi abbiamo di noi stessi è forse il più severo in assoluto...Se io, mi giudico un pusillanime...ecco che metto una maschera per nascondermi e non volerlo riconoscere e per questo motivo cerco una rivalsa esterna...più persone giudicherò come pusillanimi meno pusillanime mi sentirò. E' il mio ego che ha bisogno di rivalse continue. Più giudico più significa che mi reputo inferiore però voglio mascherarlo e allora mi insigno dello scettro di Giudice. E' una equazione che sembra paradossale ma in realtà non lo è. Io giudico l'operato di un essere monocellulare?...Al massimo lo studio ma sarò lungi dal giudicarlo. Il motivo è che io mi sento talmente superiore a quell'essere che non perderei neanche un secondo della mia vita a giudicare qualcosa che è palesemente "inferiore" a me...per lo meno dal lato intellettuale. (che comunque non è ciò che ci rende superiori...però, come esseri umani, ci da l'illusione di esserlo...Magari un essre monocellulare sarà estremamente felice perchè non avendo un cervello elaborato sarà molto più vicino alla sua anima...e visto che la massima ambizione è la felicità assoluta, quell'essere monocellulare, probabilmente, potrebbe essere notevolmente superiore a noi proprio perchè più vicino a quell'ambizioso traguardo...però...come esseri umani, noi tendiamo a giudicare "intellettualmente") Quale potrebbe essere il nesso tra Giudizio e Felicità? Credo che cominciare a giudicare meno signiicherebbe imparare ad accettarsi per come si è riducendo così i conflitti e le "lotte di potere" interne del nostro super Io. Accettazione di me stesso significa essere in pace con me stesso e la pace è il terreno più fertile nel quale coltivare la felicità. Non giudicare significa essere al di sopra di qualsiasi tematica...E' certo che non esiste una realtà ma una per ogni essere vivente...che tutti sappiamo nulla di nulla visto che persino Einstein conosceva meno dello 0,01% dell'Universo....e allora...con che coraggio giudichiamo se non sappiamo nulla?...Avviciniamoci allora a quell'essere monocellulare che prima consideravamo inferiore e riflettiamo sul fatto che noi...rispetto all'Universo...siamo 1000 miliardi meno di quanto è quell'essere monocellulare rispetto a noi...quindi alla fine, tra noi e quell'essere l'unica differenza è che forse, quell'essere, è molto più felice di noi proprio perchè gli manca l'"intelligenza"! Un esercizio utile che dovrei fare sarebbe quello di ridurre, giorno per giorno, il giudizio. Cercare di non giudicare più nessuno....(su come si veste, come parla, come si comporta...etc.etc.etc)....Meno giudico più mi avvicno al mio se, al Nirvana e alla felicità. Non è poi così semplice perchè il giudizio è parte integrante della società in cui viviamo...Altrimenti non esisterebbero i Tribunali.....e nemmeno "Dio" che giudica chi merita di andare all'inferno o in paradiso....Tutto il sistema in cui viviamo è stato creato sul Giudizio e uscirne fuori potrebbe creare persino dei problemi sociali...Immaginate l'amico che ha avuto un problema con qualcuno e ci invita a schierarci con lui....se noi non vogliamo giudicare non potremmo schierarci e, probabilmente, perderemmo quell'"amico"!... Però...alla fine...la nostra vita siamo solo noi stessi. Tutto il resto, tutto il "circondario" è passeggero...siamo noi che ci accompagneremo 24 ore su 24 ore fino alla nostra morte...nessun altro potrà mai fare lo stesso ...quindi, la nostra più grande ambizione deve essere quella di star bene con noi stessi ed accompagnarci verso la felicità e se questo dovesse sacrificare la nostra vita sociale...che si sacrifichi pure. L'importante è che noi possiamo essere felici solo per il fatto di stare con noi stessi e grazie al minor numero possibile di ragioni esogene (cioè che vengano al di fuori e che possano dipendere da altro o dagli altri) Cynthia Del Rio Fortuna, Ti ho amato dal primo momento che ti ho visto, ti amo e ti amerò per sempre. Che la morte possa un giorno concedermi il dono di reincontrarti! |
AuthorGiorgio Lo Cicero Archives
September 2019
|